venerdì 2 dicembre 2011

Ali in gabbia, occhi selvaggi - Capitolo 6

-Sei-

Krasnojarsk, 15 Settembre 2011

Anche tu,
Anche tu
Appartieni al mondo intero e non a me
M'ero illusa che tu fossi mio per sempre, ma
Non lo sei,
Non lo sei
(Che male fa la gelosia, Nada)

Sorrideva, Natal'ja.
-Che ti prende?- le aveva chiesto Jànos poco prima, ma gliel'aveva chiesto con la speranza negli occhi, perché tutt'un tratto s'era illuminato di nuovo, il visino della sua piccola amica.
-Niente, è che...-
L'Ungherese le afferrò entrambe le mani, guardandola severamente negli occhi.
-Non lasciargliela vinta neanche un momento-
-Oh, piantala, con quel tuo Vecchioni!-
-Non è la stessa cosa che Gee ha detto a Tìa sul marciapiede di Penny Lane, mentre aspettavamo che qualche martire prendesse su tutta la comitiva?-
-Svyatoe Nebo, Jàn! Sposatelo e lasciami i Beatles, va-
La guardò un po' storto, Jànos Desztor, prima di tirarla per la manica, con un mezzo sorriso.
-Va meglio, vero? Insomma, anche se gliel'hai lasciata vinta-
Poi scosse la testa, correggendosi.
-Più che altro gli hai lasciato la vita, tu-
Recuperò la chitarra che aveva lasciato sul divano, pizzicandone qualche corda e guardando Al'ja con la coda dell'occhio.
-Everything little thing she does, she does for Gee, yeah-
-Jàn...-
-Era già tutto previsto, anche l'uomo che sceglievi, e il sorriso che gli fai mentre ti sta portando via...-
-Jànos!-
-George, nel tuo ricordo pensa che la tua Natal'ja è accanto a te... Oh, George! Lei che rideva e ora non più, ma la sua vita ce l'hai tu... Oh, George! Oh, se tu le portassi via qualche altro neurone ti spaccherei il faccino... Oh, George!-
-Jànos Desztor!-
-E nei sogni di Natal'ja Brian George l'aveva sposata, e chi non ci credeva era un pirata...-
-Oh, Jàn!-
-Tu lo seguisti senza una ragione, come un ragazzo segue l'aquilone...-
-Taci, cavalletta-
-Furono e baci e furono sorrisi, poi furono soltanto i fiordalisi...-
-Disintegrati! Che poi fa relativamente paura, la tua conoscenza della musica italiana-
-E' musica, no? Io sono Jànos Desztor-
Natal'ja annuì, seria seria.
-Piacere...-
Il chitarrista ungherese ridacchiò, scostando la sua mano.
-Pensa al tuo fidanzato, piuttosto! Quando, nella penombra della sera liverpooliana, mi si è affiancato dicendo: "Prendi questa mano, zingara!", davvero non ho saputo cosa rispondergli-
-Oh, accidenti!-
Jànos sorrise, approfittando della sorpresa della ragazzina per sussurrarle all'orecchio la sua ultima "creazione".
-Questa è la tua canzone, Al'ja mia bella, che hai perso la ragione assai in fretta...-
-Tu cosa gli hai risposto?- volle sapere Al'ja, fingendo d'ignorare l'ennesima pseudo - citazione.
-"Oh, lo vedo sì, l'oro dei capelli suoi, e se sapessi quanto ricambia ti spaventeresti, ma per favore, potresti andare a dirlo a lei?"-
-Mitico- fu l'unico commento della biondina, che scosse la testa, arrossendo un poco.
-Ma dici davvero? E Georgino voleva proprio sapere...-
-Morandi no di certo, con rispetto, Al. But when I see you darling, it's like we both are falling in love again...-
-Ma...-
-Woman, please let me explain, I never mean to cause you sorrow or pain...-
-Lennon ti viene bene, sai, Jàn?-
Jànos inarcò un sopracciglio, a metà tra il compiaciuto e il divertito.
-Mi devi aiutare a stendere la scaletta del concerto, tu-
-Stendere la scaletta? Oh, caspita, suonate sul tetto come gli scarafaggi scousers?-
-No, Al...- sospirò il ragazzo, seppur ridendo sotto i baffi.
-E cosa mi dedichi, eh?-
-"George!", mormora la bambina. "Perché la tua piccolina tradisci ogni santo giorno? George, come gli opliti a Sparta son le ragazze per te!" Esile agonizza la bambina; or il brigante non è più infedele: corre a intrecciar promesse e carezze sui capelli suoi. "Gee!" mormora la bambina. Vuole sfiorar la sua mano. Ma il capo già reclina e già socchiude gli occhi. Piange, il ragazzo, pentito, stringendola al cuor. Ma benedetto angelo greco, in fondo l'hai uccisa tu...-
Lo guardò male, Al'ja.
-Sei tanto tanto scemo, lo sai?-
Jànos sbuffò, scrollando le spalle.
-Ma tu gli vuoi davvero troppo bene, a quello lì. Per sognarlo devi averlo vicino, e vicino non è ancora abbastanza...-
-Devo sembrarti proprio una sciocchina, eh? Ma provaci tu, a innamorarti di uno come lui!-
-Preferirei di no, davvero-
Natal'ja si portò una mano alla bocca, sbiancando.
-Oh...già-
-Che sorta di streghetta, questa piccina! Ma devi aiutarmi con la scaletta, adesso. Coraggio, Al, ho ancora qualche speranza o te la sei già bruciata, quella testolina?-
-Sai con cosa dovreste cominciare, Jàn? Getting Better e Le vie del rock sono infinite, le tue canzoni. Cioè, solo due delle tante, ma è un dettaglio. E poi... Poi suonerete qualcosa di straordinario. I'm looking through you, sicuramente, Something e All my loving, non si discute. She's a Rainbow e Ruby Tuesday, ovviamente, e...-
Jànos l'interruppe, acchiappandola per un braccio.
-Tesoro, è un concerto. Uno solo-
-Lo so, ma sono sicura che...-
Il giovane ungherese sorrise, raggiante.
-Anch'io-
-Ma quanto è straordinario, il mio Jàn-Jàn?-
-Tanto, temo. Non sperare di farlo piangere, perché piangere non sa-
-E irrecuperabile, anche- aggiunse Al'ja, inclinando un poco la testa.
Jànos annuì, con un mezzo sorriso.
-Uhm, immagino di sì-
Ricordò di quando aveva stilato l'elenco dei motivi per cui "il minator dal volto bruno" non l'avrebbe lasciata mai, Al'ja.
1 - Natal'ja è bella, da morire, anche se non ha seno.
A lei sta bene così, e se il Greco fa problemi gli spacco la chitarra sulla testolina, promesso.
2 - E' bionda, tanto, e son belli, i suoi capelli, anche se temo che non se li sia mai tagliati in vita sua.
E vabbé, al massimo ci inciamperà, il Greco. Capita.
3 - Il vestito bianco le sta d'incanto, davvero.
Sarà l'unico buono che ha, ma con quello è favolosa, lo giuro sulla mia Fender.
4 - Non ci vuole molto per farla sorridere, my backstreet girl.
Certo, il Greco è un bastardo, me ne rendo conto, ma le cose sono straordinariamente semplici:
Se lei smette di ridere lo carbonizzo.

Ma rideva ancora, Al'ja, adesso.
E Jànos era felice, tanto.
-Sai, se vuoi lo facciam davvero sul tetto, il concerto, Al'ja-

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